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BENI PER UN MILIONE DI EURO SEQUESTRATI A ENNA
Le Fiamme Gialle espropriano il patrimonio di Angelo Sorbello
Angelo Severino
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Enna, 16 lug - La Guardia di Finanza di Enna ha messo i sigilli alle proprietà riconducibili ad Angelo Sorbello di Villarosa, 34 anni, attualmente sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Il sequestro arriva a conclusione delle indagini che aveva predisposto il procuratore della Repubblica di Enna, Salvatore Cardinale, e interessa lo stabilimento “Calcestruzzi Morello srl” con sede in Enna, un immobile, diversi automezzi e attrezzature nonché quote societarie per un valore complessivo di circa 1.327.300 euro.
Fra i beni espropriati (che sono stati affidati, così come ha disposto il tribunale ennese, a un amministratore giudiziario appositamente incaricato) vi sono anche quelli di Rosaria Russo, 31 anni, moglie di Sorbello, e della cognata Maria Grazia Pilo, amministratore unico della “Calcestruzzi Morello”, 25 anni, moglie del fratello Nicolò Giacomo. Allo stesso Sorbello e ad altre persone, nello scorso mese di aprile, i finanzieri del comando nucleo provinciale di polizia tributaria avevano eseguito già un decreto di sequestro di beni, pari a circa 1.500.000 di euro, per avere intestato a terzi il loro patrimonio, ritenuto illecitamente conseguito, allo scopo di non farselo eventualmente sottrarre dallo Stato.
L'attività investigativa delle Fiamme Gialle è stata indirizzata innanzitutto a verificare il patrimonio relativo al nucleo familiare di Sorbello e delle persone che, nell'ultimo quinquennio, hanno avuto in qualche modo a che fare con lui. Le indagini avrebbero così accertato una sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati nel tempo. I sequestri dei “tesori” appartenenti ai malavitosi sono, comunque, di natura preventiva con lo scopo di impedire che, con la complicità di altri soggetti, possano essere trasferiti o sottratti a una eventuale definitiva confisca.
Angelo Sorbello era stato già arrestato il 7 marzo del 2000 durante l’operazione denominata “Valle del Dittaino” che portò in carcere 8 persone, tra cui 5 imprenditori, indagate di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al controllo e alla gestione di attività produttive. Si sarebbe trattato, secondo gli investigatori, di un gruppo di persone che avevano costituito un’associazione per delinquere mafiosa al fine di obbligare i costruttori ad acquistare il materiale edile, tra cui calcestruzzo, per i lavori del Patto Territoriale finanziato dallo Stato per oltre cento miliardi di lire nella realizzazione di nuove industrie nell’Asi del Dittaino.
Angelo Severino
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Articolo inserito
sabato 16 luglio 2005
alle
17.19
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