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BENI CONFISCATI A MAFIOSI DI ENNA (CON FOTO)
Ammontano a due milioni di euro, compresi quelli di Bevilacqua
Angelo Severino

Enna, 14 giu. - Quattro immobili, di cui una villa con circa duemila metri quadrati di terreno, otto automezzi, due imprese individuali e due depositi a risparmio sono stati sequestrati dai carabinieri di Enna e dalla Dia di Caltanissetta a tre presunti mafiosi di Barrafranca. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Enna, ha interessato il patrimonio di Benedetto Brizzi, 54 anni, indicato come uno degli organizzatori di una mancata rapina a un furgone portavalori; di Antonino Aleo, 56 anni, autista e uomo di fiducia di Raffaele Bevilacqua; e dell’imprenditore Filippo Milano, 49 anni.

Nel luglio del 2003 con l’operazione denominata "Gransecco" finirono in manette insieme ad altre quattro persone, tra cui l’avvocato penalista Raffaele Bevilacqua, 65 anni, anch’egli di Barrafranca, accusato di essere a Enna il rappresentante provinciale di Cosa Nostra. Il valore complessivo dei beni finora sequestrati alla famiglia mafiosa di Barrafranca ammonta a circa due milioni di euro, compresi quelli già sottratti nel mese di aprile a Bevilacqua per un valore di 700 mila euro. Fra quest’ultimi, furono sottoposti a sequestro anche alcuni appezzamenti di terreno che, secondo gli investigatori, sarebbero stati acquistati dall’avvocato barrese insieme ad altri mafiosi di spicco delle cosche ennesi come nel caso di un terreno comprato nel 1988 in società con Borino Micciché, ritenuto boss di Pietraperzia e assassinato nel 1992.

Da sinistra: Benedetto Brizzi, Antonino Aleo e Filippo Milano

Secondo le indagini, l’organizzazione smascherata con la “Gransecco” sarebbe stata costituita (oltre ai 7 arresti, infatti, furono notificati 25 avvisi di garanzia) anche da altri soggetti e strutturata in maniera rigidamente verticistica e collegata a esponenti di spicco delle famiglie mafiose palermitane e catanesi, nonché con importanti rappresentanti del mondo economico della Lombardia e di altre località, capace di infiltrarsi in ambienti affaristici e imprenditoriali dell’isola. L’avvocato Bevilacqua è inoltre indicato dal boss Bernando Provenzano come il referente e l'uomo di fiducia di Cosa nostra per la provincia di Enna e questo lo attesterebbero i suoi famosi "pizzini" rinvenuti in casa di Antonino Giuffrè arrestato nel maggio 2002 e divenuto poi collaboratore di giustizia.

Il procuratore della Repubblica di Enna, Salvatore Cardinale, in occasione del sequestro dei beni a Bevilacqua, parlando sull'importanza del provvedimento emesso dal tribunale, aveva fatto rilevare come «i mafiosi gradiscano il carcere ma non il vedersi espropriare i propri beni». I sequestri dei “tesori” appartenenti ai malavitosi sono, comunque, di natura preventiva con lo scopo di impedire che il boss, con la complicità di altri suoi soci, possa alienarli o comunque sottrarli alla eventuale definitiva confisca.

Angelo Severino



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Articolo inserito martedì 14 giugno 2005 alle 13.50
I commenti a quest'articolo (2)
31/01/2007 15:23:32 - un amico
ma cosa hanno fatto ti tanto male
29/12/2009 15:36:05 - gruppo di cittadini onesti e seri
questi arresti anno fatto ridere l'intera cittadinanza,compresa tutta la provincia di enna.