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NISSORIA (ENNA), ARRESTATO ANTONINO GARGANO
È stato condannato all'ergastolo insieme con altre trenta boss di Cosa nostra
Angelo Severino
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Enna, 12 giu. - Ieri sera è stato arrestato dai Carabinieri del comando provinciale di Enna il pregiudicato Antonino Gargano, 65 anni, di Bagheria. Si trovava a Nissoria dallo scorso dicembre perché il Tribunale di Palermo aveva emesso nei suoi confronti un'ordinanza con la quale gli veniva imposto di soggiornare nel piccolo centro dell'Ennese nell'attesa di una sua condanna definitiva. Gargano era imputato insieme con altre 46 persone, tra le quali i membri della "cupola di Cosa nostra", per una serie di omicidi commessi dal 1981 al 1991.
La terza Corte d'Assise di Palermo ha inflitto ieri trenta condanne all'ergastolo alla fine del processo denominato "Agate + 45" che, iniziato nel 1994, ha ricostruito dieci anni di delitti. Fra questi vi sono la morte del boss Stefano Bontate, il Principe di Villagrazia, ucciso il 23 aprile del 1981, che segnò l'inizio della guerra di mafia, e l'eliminazione di Salvatore Inzerillo, boss di Passo di Rigano, un altro dei capi di quelle che sarebbero subito dopo divenute le cosche perdenti.
Durante le udienze processuali, i giudici hanno preso in esame anche altri episodi di sangue come la strage di Bagheria, contro i parenti del pentito Francesco Marino Mannoia, e gli omicidi di Vincenzo Puccio e Mario Prestifilippo. Tra i 77 omicidi, oggetto del processo e per i quali i 46 imputati sono stati condannati, vi è anche quello dell'imprenditore palermitano Libero Grassi, ucciso il 27 agosto del 1991, per essersi ribellato e per non aver voluto pagare il «pizzo».
Antonino Gargano, essendo stato riconosciuto colpevole dei reati di omicidio e di associazione mafiosa ed essendo stato colpito da un'ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere, per evitare che si allontanasse da Nissoria e si desse alla latitanza, dopo l'arresto, è stato associato presso la casa circondariale di Nicosia.
La Corte d'assise ha dato l'ergastolo, oltre ad Antonino Gargano, arrestato dai carabinieri di Enna, anche ad altre 25 persone ritenute responsabili a vario titolo per quei delitti: Mariano Agate, Antonino Bontà, Mariuccio Brusca, Salvatore Buscemi, Pippo Calò, Salvatore Genovese, Nenè Geraci, Giuseppe Graviano, Filippo La Rosa, Giuseppe Lucchese, Nino, Francesco, Giuseppe e Salvatore Madonia, Antonino Marchese, Giuseppe e Salvatore Montalto, Filippo Nania, Salvatore Prestifilippo, Antonino Rotolo, Giovanni Scaduto, Francesco Tagliavia e Lorenzo Tinnirello.
Dodici anni è stata invece la pena inflitta al pentito Giovanni Brusca, a cui i giudici hanno riconosciuto l'attenuante della collaborazione con la giustizia; a tredici anni è stato condannato l'ex boss di Caccamo Nino Giuffrè, anche lui collaboratore; dieci anni a Salvatore Liga e Salvatore Profeta. Tra gli assolti, il boss Salvatore Biondino e Antonino Tinnirello.
Angelo Severino
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Articolo inserito
sabato 12 giugno 2004
alle
22.59
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