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ENNA, SEQUESTRATI 580 CAPI DI BESTIAME
Erano sprovvisti dei dovuti contrassegni auricolari
Angelo Severino

Enna, 8 sett. - Quattro le aziende zootecniche sottoposte a sequestro sanitario e quasi seicento i capi di bestiame sequestrati dai carabinieri del comando provinciale di Enna. L'operazione si è svolta nell'ambito di mirati servizi predisposti dall'Arma per reprimere la gestione abusiva di allevamenti con animali non dichiarati e quindi privi di qualsiasi controllo sanitario.

Oltre ai carabinieri ennesi, le verifiche su queste quattro aziende «considerate particolari e condotte da persone che hanno avuto a che fare con le forze dell'ordine», come ha evidenziato ieri mattina durante la conferenza stampa il comandante Andrea Bertozzi della Zonca, sono state eseguite dai militari del Nas di Catania (per quanto riguarda il controllo igienico-sanitario) e dai carabinieri del comando politiche agricole di Roma (per gli accertamenti su eventuali truffe comunitarie).

L'ispezione sulle aziende zootecniche non è stata facile poiché esse sono abbastanza estese e gli animali sono dispersi in vasti territori, tanto che i militari hanno dovuto impiegare tre giorni soltanto per cercare di riunire i vari bovini e ovini che sono tenuti in stato brado. In totale sono stati contati dai carabinieri 580 fra bovini e ovini di cui ben 388 erano sprovvisti dei dovuti contrassegni auricolari e quindi non anagrafati e non sottoposti ai controlli igienici e sanitari.


I carabinieri in una delle quattro aziende sequestrate

In contrada Berardi (agro di Enna), nella proprietà di Giuseppe Cammarata, 47 anni, di Enna, i carabinieri hanno eseguito il sequestro sanitario dell'intera azienda dove vi erano 109 capi bovini di cui 45 privi di matricola auricolare. Il titolare è stato inoltre segnalato all'autorità giudiziaria per la violazione del regolamento di polizia veterinaria per avere effettuato senza autorizzazione il trasferimento di 150 bovini nel territorio del comune di Pietraperzia.

A Sebastiano Coci, 47 anni, originario di Tortorici, è stata sequestrata l'intera azienda ubicata in contrada Milocca (territorio di Assoro) e i 163 bovini di cui 29 privi dell'auricolare. Il sequestro sanitario è stato ancora eseguito in località Ginestra, contrada San Giuliano (agro di Villarosa) nell'azienda di Maurizio Nicosia, 41 anni, di Villarosa, dove i carabinieri hanno scoperto 65 capi di ovini anch'essi privi dell'apposita matricola auricolare. Infine, l'ultima azienda sottoposta a sequestro è stata quella sita in località Sparacio Mogaldo (agro di Villarosa) di proprietà di Silvana Nicosia, 33 anni, di Villarosa, dove i militari hanno sequestrato 249 ovini senza matricola all'orecchio.

Numerose altre irregolarità sarebbero state riscontrate nella documentazione e nei registri delle quattro aziende che sono stati portati via dai carabinieri delle politiche agricole che dovranno adesso effettuare accertamenti sulla gestione delle quote latte nonché sui rilevanti contributi comunitari ricevuti dagli allevatori e valutare eventuali ipotesi di truffa ai danni della comunità europea.

Presso l'azienda di Sebastiano Coci i militari hanno inoltre sorpreso due operai agricoli rumeni senza permesso di soggiorno che stavano lavorando. Il proprietario è stato denunciato per l'impiego di mano d'opera clandestina mentre i due extracomunitari sono stati accompagnati presso l'ufficio immigrazione della Questura.

Il bestiame sequestrato dovrà subito essere sottoposto a un piano di risanamento e i veterinari dovranno eseguire i controlli sanitari in modo da apporre il regolare cartellino auricolare. Sicuramente i bovini e gli ovini sarebbero andati a finire alla macellazione clandestina poiché non possono essere abbattuti in un macello regolare.

Angelo Severino



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Articolo inserito mercoledì 8 settembre 2004 alle 20.07
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