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A cura del movimento politico e culturale "Per Una SICILIA INDIPENDENTE" - P.U.S.I.
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IL SEPARATISMO SICILIANO NEL DRAMMATICO DICEMBRE 1945
Particolari inediti durante una conferenza di lavoro dell'FNS-Sicilia Indipendente
18 dicembre 2007 - "Il separatismo combattente nel contesto politico venutosi a creare in Sicilia nel dicembre del 1945". Su questo si è discusso il 7 dicembre scorso durante una conferenza di lavoro svoltasi a Palermo. Lo scopo della riunione è stato quello di acquisire nuovi contributi e ulteriori documentazioni a sostegno dell'attività di recupero della memoria storica del Popolo Siciliano (nel periodo dal 1943 a 1947) contro la congiura del silenzio della cultura ufficiale e della classe politica dominante.
Pippo Scianò, segretario politico dell'FNS, ha ricordato le conseguenze previste e quelle impreviste, nonché la forte risposta dei Separatisti, all'internamento nell'isola di Ponza di Andrea Finocchiaro Aprile, di Antonino Varvaro e di Francesco Restuccia, effettuato dalla polizia nel settembre del 1945 per ordine del governo italiano. A questi arresti, che avevano lasciato il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (quello autentico) privo dei massimi dirigenti, si era aggiunta una vasta azione repressiva e violenta della polizia nei confronti dei militanti indipendentisti. Erano state chiuse le sedi del MIS (quello autentico), vi erano stati arresti indiscriminati e un largo uso di tortura. Il tutto in una Sicilia semidistrutta dai bombardamenti e nella quale solo i Separatisti si battevano per un'adeguata politica di rilancio economico e produttivo e per l'attuazione di un programma di ricostruzione articolato, serio e incisivo.
«Le iniziative di lotta armata - ha ricordato Scianò - contro la repressione governativa da parte del Separatismo combattente, rivoluzionario e intransigente (ma partecipato e anche rispettoso della regola democratica) furono più audaci e più numerose di quanto la polizia, il governo, l'Alto Commissariato e gli stessi servizi segreti avessero potuto immaginare. Le campagne pullulavano di giovani appartenenti ai GRIS e all'EVIS». Il segretario dell'FNS ha poi parlato della battaglia di Monte Moschitta, in località Monte Santo Mauro di Caltagirone, svoltasi il 29 dicembre del 1945, che costituisce un momento fondante della nostra storia recente e che è portatore di valenze giuridiche e storico politiche ancora oggi non pienamente comprese. In quello scontro furono impiegati anche armi e mezzi pesanti da parte dell'esercito italiano, che mandò sul luogo migliaia di soldati. E fu, quella, un'occasione nella quale rifulsero maggiormente le eccezionali capacità strategiche, il coraggio e la generosità del comandante Concetto Gallo, Secondo Turri (nome di battaglia), che non a caso fu affettuosamente soprannominato "U Liuni di Santu Mauru".
Scianò ha poi ricordato alcuni fatti sconosciuti e particolari inediti riguardanti il periodo successivo alla cattura di Gallo e alla continuazione della guerriglia da parte dell'EVIS e del GRIS. La guerriglia separatista venne sospesa soltanto a seguito di uno specifico "cripto messaggio" lanciato da Andrea Finocchiaro Aprile, via radio, alla fine del mese di marzo 1946, dopo la conclusione delle trattative segrete sullo Statuto Speciale di Autonomia e dopo la stipula, di fatto e di diritto, dello storico "pactum" (oggi calpestato e tradito) e che unitamente allo Statuto miravano a dare una via d'uscita onorevole e concreta alla lotta armata. Ricordate anche la nobile figura del giovane eroe siciliano, Raffaele Di Liberto, morto a seguito delle ferite riportate in combattimento, nonché altre tragiche circostanze. L'oratore ha citato, infine, alcuni nomi e storie di altri, poco conosciuti, caduti per la Causa Siciliana.
Molto interessante è stata la successiva relazione svolta da Angelo Severino che ha voluto in particolare sottolineare il peso e il ruolo anche nel campo del diritto internazionale, assunto dall'EVIS (Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia). Ha esaltato, con commosse parole, il valore della partecipazione alla lotta armata di migliaia di giovani appartenenti a tutti gli strati sociali e provenienti da ogni angolo della Sicilia, i quali spesso sacrificavano se stessi e le rispettive famiglie ai loro ideali. Per non dire che hanno dovuto rinunziare a effetti e a possibilità di carriera o di prosecuzione di studi. Ed era per questo che non avrebbero voluto accettare quei compromessi che pure vi furono e che, nel tempo, si sarebbero dimostrati fatali, fatte salve ovviamente la buona fede e la buona volontà dei capi storici ai quali si è fatto riferimento durante lo svolgimento della conferenza stessa.
Severino ha parlato anche dei "moti del non si parte" e si è soffermato sul notevole contributo che la città di Enna e i comuni della provincia, in quel periodo, diedero alla Causa Indipendentista. Ha protestato, anche nella sua veste di giornalista, di operatore (cioè della onesta e puntuale informazione), contro la congiura del silenzio e quella non meno velenosa della disinformazione che, ancora oggi, a distanza di oltre sessant'anni, vengono messe in moto per evitare che il Popolo Siciliano riprenda consapevolezza di se stesso e della propria memoria.
«Anche al lume di queste considerazioni - ha concluso Severino - è indispensabile che gli Indipendentisti Siciliani organizzino tutta una serie di incontri di lavoro, nelle varie città della Sicilia, nel corso dei quali si svolgano certamente dibattiti e si adottino iniziative sui problemi di così scottante attualità, ma nei quali si faccia anche azione culturale di recupero della memoria storica, soprattutto per fare comprendere quali siano le ragioni della "specialità" dell'Autonomia a coloro che avrebbero il dovere di difenderla e che invece oggi la pugnalano alle spalle. Questi incontri servirebbero a fare emergere anche le ragioni per le quali sono sempre aperti gli arruolamenti (al servizio dei Poteri Forti, nemici della Sicilia) di ascari e di ascaretti a tutti livelli».
Gli Indipendentisti e i Separatisti Siciliani di Enna commemorano il drammatico dicembre 1945
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