Per Una Sicilia Indipendente  
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Per Una SICILIA INDIPENDENTE

Antica bandiera dela Sicilia

La bandiera del Regno sotto Federico III




A cura del movimento politico e culturale "Per Una SICILIA INDIPENDENTE" - P.U.S.I.
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AGRUMI SICILIANI. SI PARLÒ DI TRADIMENTO E TRADIMENTO FU.
MA BISOGNA REAGIRE E RIBALTARE LA SITUAZIONE.


9 novembre 2007
- Gli Indipendentisti Siciliani esprimono la più convinta solidarietà agli agrumicoltori siciliani in lotta per far valere, da parte delle istituzioni, il diritto a un sostegno più adeguato e più incisivo alla propria attività, produttiva e qualificata. Un sostegno che, in pratica, è necessario alla loro stessa sopravvivenza.

Non chiedono privilegi, ma chiedono che venga applicata nei loro confronti, in via analogica, il trattamento che la politica "politicata" applica a ogni livello ad altri comparti agricoli. Ci riferiamo in particolare, ma non solamente, alla corresponsione di aiuti comunitari (praticati in altra parte del territorio della Repubblica italiana) per coloro che producono agrumi destinati alla sola trasformazione industriale. E per i quali, giustamente, gli agrumicoltori siciliani pretendono, fra l'altro, specifici controlli per accertare se esista o meno una corrispondenza corretta fra le produzioni agricole dichiarate e i prodotti poi ottenuti dalla trasformazione e immessi realmente sul mercato dalle industrie acquirenti.

In sostanza, avviene che gli agrumi siciliani (e soltanto gli agrumi siciliani), che sono di ottima qualità, prodotti con grande professionalità e con ogni garanzia (anche sanitaria), vengano alla fine buttati sul mercato. Allo sbaraglio. Con prezzi non remunerativi, senza tutela e facendo sì che le nostre arance (frutta fresca) siano lasciate in balia della concorrenza più sleale e delle speculazioni di ogni genere. A tutto vantaggio di altri interessi, talvolta non confessabili.

In tale contesto emergono con forza, e sono visibili anche per i non vedenti per vocazione, le responsabilità oggettive (e talvolta anche soggettive), trasversali agli schieramenti e alle ideologie dei partiti, delle forze politiche e dei personaggi presenti nei Governi e nei Parlamenti di Roma e di Palermo. Così come sono evidenti le contraddizioni, le carenze culturali, gli errori di valutazione, il menefreghismo (e forse anche i comportamenti ostili) che caratterizzano le rappresentanze parlamentari e politiche elette in Sicilia e comunque presenti nelle istituzioni dell'Unione Europea, a Bruxelles e a Strasburgo. Le eccezioni meritevoli, probabilmente, vi sono, ma non fanno testo. Né possono costituire regola.

A questo punto non bastano a salvare le tante facce i bei discorsi, le dotte disquisizioni, le interrogazioni, le interpellanze e tutti i pannicelli caldi di questo mondo. Né basta il politichese per giustificare quelle scelte che vengono da lontano e che sono finalizzate a fregare i Siciliani (spesso in buona fede). In gran parte paralizzati dalla cultura dominante della rassegnazione e della rinunzia che spesso diventa l'anticamera della complicità e dell'ascarismo.

Gli Indipendentisti Siciliani, che respingono ogni ipotesi di resa o di arretramento, si riservano di sottoporre all'attenzione delle categorie interessate, dell'opinione pubblica siciliana, degli imprenditori, degli uomini di cultura, delle istituzioni e del Popolo Siciliano una forte "proposta-impegno" di lotta democratica per il totale ribaltamento della condizione coloniale del settore agrumicolo che oggi appare come condannato (ingiustamente e illegalmente, ma fatalmente) alla sconfitta. Una condanna che respingiamo al mittente. Anzi ai mittenti. E preferiamo decisamente la proposta, della quale anticipiamo l'essenzialità, ma che illustreremo meglio in appositi successivi documenti politici e in ogni altra possibile iniziativa divulgativa.

Qual è l'essenza della nostra proposta? Quella che il problema "crisi del settore" va affrontato in chiave rigorosamente, lealmente e autenticamente Sicilianista. E non all'insegna o al rimorchio della politica agricola continentale, dei partiti che hanno interessi estranei e contrastanti con quelli del Popolo Siciliano. O, tanto peggio, collocandosi al seguito di eventuali falsari e di mentori di Sicilianismo o di Indipendentismo d'occasione con o senza anzianità retroattiva. Tanto più che, diciamolo francamente, in Sicilia esistono e sono vivaci tante persone, tanti movimenti, tanti gruppi organizzati e tante realtà culturali e politiche che hanno consapevolezza della loro Sicilianità. Anche nel mondo dei nostri Fratelli Siciliani della diaspora. Ed è un fatto inconfutabile la realtà di moltissimi giovani e di altrettanto numerosi non giovani, i quali autonomamente e spontaneamente hanno scoperto i Valori della Sicilianità. E che oggi vogliono essere utili alla Causa Siciliana.

Nella nostra lotta senza frontiere per l'agrumicoltura siciliana e per il suo futuro non faremo sconti a nessuno. Partiamo, infatti, da una considerazione dolorosa. È semplicemente scandaloso e offensivo per l'intelligenza e la dignità dei Siciliani tutti che venga penalizzato e spinto all'angolo un settore, come quello agrumicolo, che è stato da secoli (e lo sarebbe ancora, se non fosse stato strumentalizzato e contrabbandato dalle forze politiche e dai gruppi di potere di volta in volta egemoni in Sicilia) il fiore all'occhiello della Sicilia produttiva. Non è affatto un caso quindi che nell'aria aleggi l'accusa di tradimento.

Nessuno certamente si meraviglierà nel constatare un tradimento in più. Ma questo tradimento costituisce la goccia che fa traboccare il vaso. È venuto il momento di cambiare rotta e sistema. E anche classe politica. Ribadiamo con umiltà, ma con fermezza, che la difesa degli agrumi di Sicilia non è soltanto la difesa di un settore in crisi. Gli Indipendentisti Siciliani la vivono, infatti, come un momento fondamentale della lotta per la difesa degli interessi generali e fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana. Il superamento definitivo della crisi di settore può avvenire soltanto se si avrà il coraggio di far tornare gli agrumi siciliani un prodotto vincente in Europa, e nel mondo, per qualità e per "personalità". Con la Sicilia e per la Sicilia.

Il primo passo utile dovrà essere quello di inserire, pertanto, nelle future scelte del settore, quei valori della Sicilianità, oggi occultati e calpestati, da chi vuole asservire le prospettive di sviluppo della Sicilia agli interessi di se stesso e del gruppo di potere di appartenenza. I quali ultimi non vogliono certamente una Sicilia protagonista della vita economico-politica, del Mediterraneo, dell'Europa e del mondo. Ma preferiscono tre ignobili "Regionicchie" (l'aggettivo ignobile è riferito alla meschinità e alla perfidia del progetto divisorio) che eliminerebbero l'unica grande Sicilia. L'unica grande Nazione Siciliana.

Il tutto nello squallido clima di consociativismo e di antisicilianismo che caratterizza quei partiti e quelle forze politiche che in Sicilia adottano i sistemi lottizzatori e l'etica della mafia che, pure a parole, giurano di voler contrastare. Forze politiche e Partiti con i degni rappresentanti, dei quali il Popolo Siciliano si dovrà presto liberare.

Gli Indipendentisti e i Separatisti Siciliani di Enna per il rilancio dell'agrumicoltura siciliana

 

 

 

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